E se l’acciaio inox non fosse cosi’ moderno?
di Riccardo Guariento • 30 maggio 2025
L’Acciaio Inossidabile nell’Antica Persia: Un’Invenzione Millenaria Riscopre le sue Radici
Per secoli, la narrazione della storia della metallurgia ha collocato l’invenzione dell’acciaio inossidabile all’inizio del XX secolo, un trionfo della scienza e dell’ingegneria moderna. Tuttavia, come spesso accade quando si scava nel profondo passato dell’umanità, recenti scoperte archeologiche stanno ridisegnando questa consolidata cronologia, rivelando un’inaspettata precocità tecnologica in civiltà che credevamo di conoscere. Studi pionieristici condotti su reperti provenienti dal sito di Chahak, nell’attuale Iran, hanno portato alla luce prove sconcertanti: gli antichi Persiani, già intorno al X-XI secolo d.C., producevano una forma primitiva di acciaio contenente cromo, l’elemento chiave che conferisce all’acciaio moderno la sua celebre “inossidabilità”.
Questa scoperta non è solo una curiosità accademica; essa getta una nuova luce sulle capacità tecnologiche delle società pre-moderne e ci costringe a riconsiderare la linearità del progresso scientifico. L’analisi di manufatti metallici e crogioli di fusione da Chahak ha rivelato una presenza costante di cromo, intorno all’1-2% in peso, nell’acciaio prodotto. Sebbene questa percentuale sia significativamente inferiore al minimo del 10.5% richiesto per definire un acciaio “inossidabile” secondo gli standard odierni (percentuale necessaria per formare uno strato passivante di ossido di cromo che protegge il metallo dalla corrosione), la sua deliberata e ripetuta inclusione suggerisce una comprensione empirica dei benefici che questo elemento apportava alla lega finale.
Dettagli Tecnici: L’Arte Persiana della Metallurgia del Cromo
La Persia medievale, in particolare durante il suo “Secolo d’Oro Islamico”, era un crogiolo (è il caso di dirlo) di innovazione scientifica e artigianale. La metallurgia, e in particolare la produzione di acciaio di alta qualità come il leggendario acciaio Wootz o “acciaio Damasco”, era un’arte raffinata e gelosamente custodita. La scoperta di Chahak si inserisce in questo contesto di elevata perizia.
Ma come riuscivano gli antichi Persiani a incorporare il cromo nell’acciaio, secoli prima della sua “scoperta” ufficiale come elemento chimico nel 1797 da parte di Louis Nicolas Vauquelin? Le analisi archeometallurgiche, guidate da ricercatori come la Dr.ssa Rahil Alipour (University College London), suggeriscono che la chiave risieda nell’uso di un particolare minerale: la cromite (FeCr2O4).
Il processo, ricostruito attraverso lo studio dei residui nei crogioli e delle scorie di fusione, può essere così delineato:
- Selezione dei Materiali: Gli artigiani persiani selezionavano minerali di ferro e materiali carboniosi (come carbone di legna) per produrre l’acciaio di base.
- Aggiunta Intenzionale di Cromite: La peculiarità del processo di Chahak risiede nell’aggiunta, direttamente nel crogiolo sigillato, di minerale di cromite. Questa non era una contaminazione casuale, ma un ingrediente deliberatamente introdotto nella “ricetta”. Testimonianze scritte dell’epoca, come quelle del dotto persiano Abu-Rayhan Biruni (973-1048 d.C.), menzionano sostanze enigmatiche utilizzate nella produzione dell’acciaio che potrebbero, alla luce di queste scoperte, riferirsi a minerali contenenti cromo.
- Fusione al Crogiolo: Il tutto veniva fuso ad alte temperature (oltre i 1300°C) per periodi prolungati all’interno di crogioli di argilla refrattaria. Durante questo processo, il cromo presente nella cromite si riduceva e si legava al ferro fuso, arricchendo l’acciaio.
- Formazione dell’Acciaio al Cromo: Il risultato era un acciaio con una percentuale di cromo che, seppur modesta, era sufficiente a modificarne le proprietà.
La presenza di particelle di cromite non reagite nelle scorie e la distribuzione omogenea del cromo nella matrice metallica dei reperti sono prove inconfutabili dell’intenzionalità di questo processo. Si tratta di un esempio straordinario di “chimica inversa” ante litteram, dove l’osservazione degli effetti di un minerale sulle proprietà del metallo ha portato alla sua incorporazione sistematica, pur senza una comprensione teorica della sua composizione elementare.
Confronto: Acciaio Persiano Primitivo e Acciaio Inossidabile Moderno
È fondamentale comprendere le differenze e le somiglianze tra questa antica lega e l’acciaio inossidabile che conosciamo oggi.
Contenuto di Cromo: Circa 1-2% / Minimo 10.5%, spesso 13-26% (o più)
Resistenza alla Corrosione: Limitata. Probabilmente conferiva una maggiore resistenza all’ossidazione superficiale e all’annerimento rispetto all’acciaio al carbonio semplice, ma non una vera “inossidabilità”.
Oggi è molto più elevata, con la formazione di uno strato passivante di ossido di cromo (Cr2O3) che protegge attivamente il metallo.
Altri Elementi di LegaPrincipalmente Ferro (Fe), Carbonio (C), Cromo (Cr). Possibili tracce di altri elementi dal minerale.
Oggi, oltre a Fe, C, Cr, spesso contiene Nichel (Ni), Molibdeno (Mo), Manganese (Mn), Silicio (Si), Titanio (Ti) per ottimizzare specifiche proprietà.
Processo Produttivo: Artigianale, al crogiolo, piccoli lotti. Basato su conoscenze empiriche e tradizione orale/scritta limitata.
Oggi è solo industriale, su larga scala (forni elettrici ad arco, convertitori AOD), basato su precise conoscenze scientifiche e controllo di processo.
Scopo dell’Aggiunta di Cromo: Probabilmente per migliorare la durezza, la temprabilità, la lucentezza e offrire una modesta protezione contro l’ossidazione. Non primariamente per la “inossidabilità” come la intendiamo.
Oggi si usa principalmente per conferire elevata resistenza alla corrosione in vari ambienti. Anche per migliorare proprietà meccaniche e resistenza al calore.
Microstruttura: Complessa, poteva includere carburi di cromo e una distribuzione del cromo influenzata dal raffreddamento lento nel crogiolo.
Oggi è controllata scientificamente per ottenere specifiche fasi (austenitica, ferritica, martensitica, duplex) e proprietà.
La somiglianza fondamentale risiede nel riconoscimento del cromo (seppur attraverso il suo minerale) come un additivo benefico per l’acciaio. Gli antichi Persiani avevano intuito, con quasi un millennio di anticipo, che questo “contaminante” poteva migliorare il prodotto finale. La differenza cruciale sta nella quantità di cromo e, di conseguenza, nel grado di protezione dalla corrosione. L’acciaio di Chahak non era “inossidabile” nel senso moderno, ma rappresentava un significativo passo avanti, un “acciaio a cromo basso” che probabilmente possedeva una maggiore longevità e brillantezza rispetto agli acciai comuni dell’epoca.
Implicazioni: Riscrivere la Storia della Metallurgia
La scoperta dell’acciaio al cromo persiano ha profonde implicazioni per la nostra comprensione della storia della tecnologia e dell’innovazione:
- Decentralizzazione dell’Innovazione: Dimostra che progressi tecnologici significativi non sono stati appannaggio esclusivo dell’Europa moderna. Civiltà antiche e medievali possedevano un elevato grado di sofisticazione scientifica e tecnica, spesso basata su un profondo sapere empirico.
- Complessità della Metallurgia Antica: Rivela che la produzione di leghe metalliche nel passato era più complessa e sperimentale di quanto si pensasse. Non si trattava solo di fondere ferro e carbonio, ma di una vera e propria alchimia pratica, con l’aggiunta di ingredienti specifici per ottenere effetti desiderati.
- Trasmissione e Perdita della Conoscenza: Solleva interrogativi affascinanti su come questa conoscenza sia stata sviluppata, trasmessa e, apparentemente, perduta o non ulteriormente sviluppata su larga scala fino all’epoca moderna. È possibile che questa tecnologia sia rimasta confinata a specifici centri di produzione o che le tracce documentali siano andate perdute.
- Antropologia della Tecnica: Dal punto di vista antropologico, questa scoperta evidenzia la capacità umana di osservare, sperimentare e innovare anche in assenza di un quadro teorico formale come la chimica moderna. Gli artigiani persiani erano scienziati pratici, le cui officine erano veri e propri laboratori.
- Nuove Prospettive per l’Archeologia: Stimola ulteriori ricerche in altri siti e contesti culturali. Se i Persiani dell’XI secolo producevano acciaio al cromo, è possibile che altre culture, in altri tempi, abbiano compiuto esperimenti simili?
Ovviamente la scoperta di Chahak non sminuisce l’importanza dell’invenzione dell’acciaio inossidabile nel XX secolo, che ha rivoluzionato innumerevoli settori industriali e della vita quotidiana. Piuttosto, aggiunge un capitolo precedente e straordinariamente precoce alla storia del nostro amato INOX!
